Calze di Nylon - PNStockings.net Forum

Versione completa: Le mie esperienze feticiste e non solo...V PARTE
Al momento stai visualizzando i contenuti in una versione ridotta. Visualizza la versione completa e formattata.
Parte Quinta

Con alcuni amici, andai ad una festa di carnevale, organizzata dai titolari di una discoteca, io ero vestito da diavolo, tramite un mio amico, che conosceva una gruppo di ragazze, mi venne presentata una ragazza vestita da coniglietta, molto carina. Nell’arco della serata ci ballai insieme, ci scherzai, ci si divertì non poco, di lì iniziò una serie di incontri che ci portarono a frequentarci come “veri” fidanzati. Premetto che questa ragazza era sempre vestita bene, sempre impeccabile, anche senza utilizzare dei capi di alta qualità. Avevo immediatamente avuto la percezione che le piacesse non solo vestirsi bene esteriormente, ma anche internamente con diversi e attraenti capi di lingerie. In seguito potei constatare che le sue lunghissime, proporzionatissime gambe erano sempre fasciate dal nylon.
Alcuni dei ricordi più belli furono quelli di quando ci si imboscava in macchina, era bellissimo passare le mani sopra le sue cosce, scendere fino al polpaccio, usava collant molto velati e lucidi, mi faceva impazzire, indossava gonne a portafoglio molto corte, dove la mia mano poteva inserirsi facilmente all’interno.
La faccio breve quella ragazza di li a quattro anni diventò mia moglie. Il periodo di fidanzamento servì da “apripista” per conoscerci meglio in tutti i sensi, sesso a volontà, ma gli anni migliori secondo il mio parere, sono stati i primi anni di matrimonio, dove abbiamo fatto cadere molti tabù, ci si confidava intimamente e quindi si provavano varie esperienze sessuali. Insomma…ancor oggi se voglio leccare i piedi puliti o sudati a mia moglie, se voglio farmi pisciare sull’uccello facendomi masturbare, se voglio metterlo nel suo culetto, se voglio farle indossare un collant nelle gambe e uno in testa, se voglio sborrarle in bocca, sul reggicalze, sulle autoreggenti, sulle tette, sulle scarpe, se voglio scoparla utilizzando come preservativo un collant, se voglio venirle addosso quando e vestita da figona…ecc, non ho nessun problema a farlo. Il massimo lo raggiunsi, un giorno, quando mia moglie, conoscendo la mia passione verso i capi intimi femminili, mentre stavamo pomiciando mi disse: “vuoi indossare un mio collant?”. Tutto subito fui titubante, le rispondetti che non sarebbe stato un gran bello spettacolo, però dentro di me sentivo una intensa passione che si faceva sempre più palpitante. Riscontravo in mia moglie, una certa eccitazione, se mi avesse visto indossare il suo capo intimo, allora non mi tirai indietro e finalmente lo indossai. Mi fece anche indossare una gonna in pelle nera, una delle poche che mi andavano, (la taglia di mia moglie è 42-44 la mia era 46-48). Parecchie sono le volte che giochiamo in questo modo. In un'altra occasione , dopo aver comprato un collant di taglia molto grande, infilammo insieme le nostre quattro gambe e scopammo avvolti entrambi nel nylon. Provatelo...

Nei primi tre anni di matrimonio eravamo in affitto in una villetta a schiera, fuori città, su due piani, in una zona, molto bella e tranquilla. L’episodio simpatico, fu quello di una trentenne, bruna capelli corti, occhiali da intellettuale, fisico notevole, tette da paura che di lavoro faceva la rappresentante di prodotti farmaceutici,
questa tipa era tutti giorni della settimana in giro, tornava ad ore tarde e nei weekend era sempre in casa. Il suo piccolo giardino confinava con il nostro, diviso da un vetro zigrinato che lasciava trasparire le figure. All’insaputa di mia moglie, non vi dico quante seghe mi sono fatto, a vederla in trasparenza, in costume a prendere il sole d’estate. Non vi dico la roba intima che le feci sparire, era molto perfezionista nel suo intimo. Inondai con schizzate di sperma i suoi perizoni (prediligeva quelli di color nero), i collants, le autoreggenti (le usava parecchio), i reggiseni, di sera o di notte salivo su una sedia ed affacciandomi dal vetro divisorio, sborravo sopra lo stendibagno, ricco di capi intimi, sempre posizionato in quel punto.

Riuscii, un giorno, in bagno a casa di mia cognata, tra l’altro una bella donna, a rovistare nella cesta dei panni sporchi e trovare tre collants color carne usati e ben odorosi, uno lo rubai, facendomi tante di quelle seghe, da svenire. Per apprezzare meglio l’odore dei suoi piedi, mi infilavo nelle narici la punta, respiravo a pieni polmoni e il tallone del piede all'altezza della bocca veniva leccato e succhiato.
Alcuni anni più tardi ci trasferimmo in città, in appartamento di proprietà, dove abitiamo tuttora e qui non posso non raccontare dei simpatici dirimpettai di pianerottolo, precisamente Francesco e Giuliana, lei era infermiera in ospedale. Un giorno Francesco mi disse che mi avrebbe lasciato le chiavi di casa per qualsiasi evenienza ci fosse stata e per bagnare le piante, visto che loro sarebbero partiti quindici giorni per andare in vacanza in Egitto. Andai parecchie volte a bagnare le piante e non solo quelle…i capi intimi di Giuliana erano riposti in tre grossi cassetti del comò nella loro camera da letto, il primo era formato da mutandine, reggiseni, canottiere bianche e non voglio esagerare, ma circa una ventina di collant color carne, era il cassetto di ciò che usava in ospedale, il secondo era composto da capi per tutti i giorni, ricordo diversi perizomi e nel terzo vi erano le cosette più sfiziose. Non c’è che dire era molto ordinata. Aveva alcune guepiere, diversi reggicalze e relative calze di vari colori (bianche con riga, nere, marrone scuro, blu, un paio di calze rosse con balza nera), un collant tipo reggicalze, insomma tra me dissi: “ma che bella porcellina Giuliana”. L’eccitazione era incredibile quando indossai quelle meraviglie…la cappella del mio cazzo la strofinai dappertutto. Lasciai una goccia di sperma all’interno di molte mutandine zona figa. Guardandomi allo specchio dell’armadio, vestito in quell’intimo, mi masturbavo a manetta, la cosa mi eccitava un casino.
Non mi trattenni e portai via un collant color carne, le calze bianche con la riga, e uno slip nero trasparente con bordi in pizzo.

Nel 2001 decisi di comprarmi un computer, perché ve lo sto dicendo?...perchè due anni dopo, provai a chattare con programmi come ICQ, C6, Netmeeting, ora sostituiti da Skype, messenger, ecc…
Conobbi una donna di 42 anni, sposata con un figlio, di nome Milena di Pescara, era una ninfomane, dopo esserci conosciuti in chat e confidati riguardo parecchie cose, mi chiese il numero di cellulare, mi dette il suo e cominciammo una serie di sesso vocale al telefono. Fu molto eccitante, aveva una voce molto sensuale. Mi chiese più volte di andarla a trovare, così avremmo potuto consumare carne con carne dei bei rapporti sessuali (le piaceva sentire il cazzo nel culo). Era troppo lontana per riuscire a trovare una balla così grande da farmi andare fino a Pescara. Avevo incontrato una donna che si eccitava nel sentire l’odore di cazzo nello slip di un maschio sconosciuto. Inviai in buste sigillate molti miei boxer odorosi di cazzo e sperma e così fece lei con varie mutandine, collant e calze usate. Fu un bel periodo, molto particolare, dove ero sempre eccitato come una bestia.
Nel frattempo feci anche la conoscenza di una fisioterapista, divorziata, 39 anni, di Pisa, veramente molto figa, di nome Sandra, con quel suo accento toscano, mi faceva sbrodolare, solo a sentirla parlare. Anche con lei si passò dalla chat al cellulare con sesso vocale ed infine all’incontro reale e fisico che stabilito a mezza strada, risultò essere a Genova. Stavolta con la scusa del lavoro potevo azzardare a compiere l’impresa. Studiati i minimi dettagli e preso il treno, mi diressi verso Genova Principe. Erano le 9.40, era un sabato di aprile, la giornata era stupenda, tiepidina, il cielo terso. Aspettai la telefonata che preannunciava l’arrivo in auto di Sandra. Le foto che mi aveva inviato mostravano una donna molto fascinosa, alta, bionda, occhi azzurri, tette (una quarta abbondante), insomma una strafiga. Non pretendevo che fosse gnocca come appariva nelle foto, mi sarei accontentato anche di qualcosa di più “normale”. Finalmente squillò il mio vecchio Nokia, sentendo la sua voce sensuale, mi disse che mi vedeva e che era esattamente di fronte, dall’altra parte della strada, nel parcheggio auto, dietro alla fermata del bus. Quando la vidi mi venne quasi un infarto, era altissima (era più alta di me, io sono alto 1.78), bionda, ben vestita, veramente una strafiga. Attraversai al semaforo come pedone e quando la raggiunsi, lei che era appoggiata al tettino della sua Y con la portiera aperta, mi venne incontro e tutti e due dopo un bel sorriso ci abbracciammo, come se ci conoscessimo da moltissimi anni. Mi dette subito un bacio sulla bocca. Non capivo più un cazzo. Mi disse di salire in macchina così potevamo raggiungere C.so Italia per poter passeggiare sul lungomare, zona che anch’io come lei, conoscevo e sapevo, luogo molto caratteristico. Nel tragitto in auto, non mi tenni nel farle capire che era una bella donna e rimasi compiaciuto, quando anche lei, era colpita dal mio fascino. La scansionai a 12000 dpi, indossava un paio di jeans leggermente a zampa di elefante che le fasciavano le gambe in maniera divina, stivaletti bassi colore jeans, un maglioncino in lana sottile color panna e un giubbotto altezza vita di montone rovesciato. Trovammo un bar con terrazza esterna rivolta verso il mare (un bel colpo d’occhio) e ci fermammo per fare colazione, parlammo per una buona mezzora, avevamo molte cose da dirci, poco prima di alzarci, mi mise la mano prima sulla coscia, poi mi toccò l’uccello, già duro in precedenza, da fuori i jeans. Senza più dire una parola, incrociando solo i nostri sguardi capimmo che dovevamo trovare un posto per andare a fare del sano sesso. Ad un incrocio, vedemmo il cartello di un hotel, poco distante, facemmo così in fretta a registrarci che ci trovammo poco dopo il un bel letto matrimoniale. Aveva portato un borsone con il necessario per dormire, ma non solo, conoscendo le mie passioni, aveva riposto anche dei capi di lingerie, precisamente una gupiere nera con ganci da reggicalze con calze nere 15 denari. Quando capii che aveva portato capi intimi perchè sapeva che mi piacevano, fui letteralmente sopraffatto dalla sua generosità. Dopo esserci assaggiati con vari preliminari (una cosa singolare, aveva quei pochi peli della figa color biondo), mi fece sdraiare supino, mentre lei mi cavalcava, facendo aderire il mio cazzo durissimo in mezzo alle sue grandi labbra, dopo pochi minuti era eccitatissima, sentì colare sul mio ventre un liquido caldo, l'umore della sua figa bagnatissima, continuava e continuava, non mi era mai accaduto una cosa del genere con quella entità. Quando poco dopo la vidi ansimare, vidi il mio uccello sborrare verso la mia pancia. Fu un godere immenso. Ricordo che fece un apprezzamento sulla quantità di sperma che era uscita dal mio cazzo. Io normalmente riesco sempre a fare dalle 10 alle 12 schizzate di sperma.
Era quasi ora di andare a mangiare un boccone, Sandra andò in bagno a lavarsi la figa, la seguì poco dopo per pulirmi la pancia, ero un po' titubante ad entrare in bagno, non sapevo se a lei potesse andare bene, poi facendomi forza entrai. Era seduta sul water che stava aspettando l'arrivo della pipì, sentì lo scroscio, la cosa mi eccitò in maniera indescrivibile, poi passò al bidè per lavarsi con un detergente profumatissimo, davanti allo specchio del lavandino, ve lo giuro, vidi il mio uccello fare un'alza bandiera da paura, fece in fretta a vederlo nuovamente duro, mi avvicinò a lei e prese a succhiare il cazzo mentre si toccava la figa. Non vi dico il piacere che ebbi nel venirle addosso.
Dopo pranzo, passeggiammo sul mare tra le case dei pescatori a Boccadasse, un posto veramente romantico. Si parlava, le nostre occhiate si incrociavamo, ci osservavamo, ci abbracciavamo, fu un'emozione meravigliosa. Trascorse circa due ore, tornammo in albergo, andammo in camera, uscimmo in terrazza, la vista, dava su un vialetto, lei era appoggiata al davanzale del balcone ed io le guardavo il culo vestito dal jeans, aveva due chiappe da favola. La abbracciai da dietro, le baciai il collo, aveva un odore stupendo, le leccai le orecchie, le baciai i suoi biondi capelli, lasciava trasparire un piacere ed un'eccitazione molto forte, preso dalla frenesia le sbottonai i jeans, glieli calai giusto ad altezza cosce in modo che potessi infilare il mio membro nella sua figa da dietro...lei stette al gioco...non curanti di sguardi indiscreti gli venni dentro (in precedenza le avevo chiesto se dovevo infilarmi un preservativo, ma lei mi aveva risposto che prendeva la pillola e che quindi non era il caso, ci credetti).
Guardammo la televisione per un po' di tempo, poi la vidi di nuovo calda sul mio uccello, sentivo la punta della sua lingua nel buchetto del mio cazzo, dentro di me iniziavo a pormi una domanda: riuscirò a fare la quarta? Ero in astinenza da alcuni giorni, ma...non avevo più 18 anni...facemmo un bel 69, poi riuscii a leccarle i piedi smaltati di rosso porpora (sapeva che una mia passione era quella dei piedi, infatti me li mise letteralmente in bocca), che profumo, poi il culo, infilandogli la lingua le allargai il buco. Era prona sul letto, le feci diversi massaggi dalla schiena alle natiche, la baciai, depositai la mia saliva su tutto il suo meraviglioso corpo, poi mi chinai verso di lei per infilargli il membro durissimo nella figa, entravo ed uscivo, entravo ed uscivo, uscendo le premevo il clitoride e lei schizzava umori dappertutto. Dopo aver giocato per un po', provai a premere la turgida cappella, umida dei suoi umori, nel buco del suo fantastico culo. Con un po' di fatica, sentì la cappella entrare nel buco, sentì i brividi fino in fondo alla schiena...credetemi...mi ci volle poco a venire...i primi tre schizzi del mio sperma dentro l'ano...gli altri...fuori sulle natiche e sulla lacci della gupiere...fu eccezionale.
Purtroppo non era nei piani il potermi fermare a dormire e quindi verso le 19,30, mi accompagnò alla stazione dove presi il treno del ritorno con il cuore distrutto dalla separazione con Sandra. Lei dopo circa un ora non resistette a telefonarmi, ero in viaggio in treno, anche lei sentiva un dolore immenso al cuore. Ci incontrammo altre volte, ma più la cosa si faceva interessante, più avevo paura di perdere mia moglie. Decidemmo all'unanimità, con molto rammarico di troncare!
bel racconto, dove mi riconosco in alcuni passaggi tipo :
"Riscontravo in mia moglie, una certa eccitazione, se mi avesse visto indossare il suo capo intimo, allora non mi tirai indietro e finalmente lo indossai. Mi fece anche indossare una gonna in pelle nera. Parecchie sono le volte che giochiamo in questo modo."
Provare per credere.