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Versione completa: Le mie occasioni feticista e non solo IV PARTE
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Parte quarta

Voglio precisare che tutti gli episodi narrati e tutti quelli che andrò a raccontare sono tutti fatti realmente accaduti al sottoscritto.

Non posso non narrare, il ritorno a casa, da una festa, abbastanza noiosa, a cui avevo partecipato. Non ero del tutto sobrio, arrivai fino alla portina di casa, ma decisi di non sciupare la serata, e il mio uccello volle andare a puttane. Le puttane erano visibili in tutti gli angoli dei grandi vialoni periferici della città e nel centro storico, in alloggi con vetrina, dove lasciavano intravedere all’esterno, il loro abbigliamento arrapante e sexy.
Scelsi una signora bionda di circa 35 anni con un babydoll, niente calze, peccato, entrai, era immediatamente visibile il letto, di fronte un comò, con la televisione accesa e in fondo una porta che dava in un bagno molto piccolo. Mi spogliai e salendo sul letto, mi infilò il preservativo, si mise su un fianco e mi toccò l’uccello, prima con le mani unghiate di smalto rosso carminio, poi con la bocca, mi fece diventare il membro così duro da non esitare a ficcarglielo velocemente nella figa, iniziai a muovermi in maniera molto decisa. La puttana guardava la televisione e faceva finta di godere, non troppo disturbato da quel fatto venni dopo pochi secondi. Andai in bagno e mi lavai, mentre mi accingevo ad uscire, la vidi, cambiarsi, mettersi un reggiseno, mutandine nere e aprendo il comò tirò fuori un collant nero molto velato. A quella vista, con la porta semiaperta, mi toccai il cazzo che era già duro come un bastone e mi masturbai. Il tempo trascorreva e la puttana iniziò a chiedersi cosa stavo facendo e avvicinandosi alla porta del bagno, mi vide sborrare a fiotti di sperma. Lei tutto subito si arrabbiò, praticamente avevo sborrato per terra e persino un po’ addosso a lei, io immediatamente, scusandomi, dissi che avrei pulito tutto e che avrei subito tolto il disturbo. Così feci, dopo aver pulito, mi rivestii e mentre ero sulla porta dell’uscio, mi disse “ Potevi dirmelo prima che ti eccitano i collants, la prossima volta se vuoi possiamo giocarci insieme”. Mi domando ancor oggi, come abbia fatto a capire la mia passione…in effetti era una puttana, se non lo sapeva lei, chi lo deve saperlo…una suora?
Anche se mi aveva lasciato con quella frase molto allettante, non tornai mai più da lei.

Arrivò il periodo della maturità, eravamo una comitiva di 9-10 ragazzi e 4-5 ragazze, che sostenuto tutti quanti l’esame, decise di partire per le vacanze con le tende, destinazione: località marina tra la liguria e la toscana. Dopo varie peripezie in campeggio, per colpa di un mio amico che aveva sbagliato giorno di prenotazione, finalmente riuscimmo a montare una tenda da 8 posti e altre 3 canadesi. Ma vengo al sodo, due giorni dopo, arrivarono tre ragazze inglesi provenienti dalla capitale e si insediarono con la loro canadese al fianco della tenda da 8. La stessa sera del loro arrivo, Sergio che mi dormiva vicino, mi svegliò verso le 2 di notte, dicendomi che sentiva nelle vicinanze dei gemiti femminili, io assonnato sentii inizialmente solo lo stridio delle cicale, poi effettivamente i gemiti provenivano proprio dalla tenda delle inglesi. Potete immaginare quali fossero stati i commenti che facemmo la mattina seguente. Arrivammo perfino a pensare di fare delle orge con quelle tipe…a dir la verità con la faccia da culo che soprattutto due dei miei amici avevano…riuscimmo a fare amicizia molto in fretta, tanto da insospettire ed ingelosire le ragazze del nostro gruppo. Ho ancora delle foto scattate con le ragazze inglesi, non vi dico in quali posizioni. Una era bionda, la più bella, una rossa, di media bellezza, una bruna, la più bruttina, ma comunque scopabile, avevano, mi sembra 24 o 26 anni. Erano disinibite al massimo, si spinellavano alla grande, bevevano birra in quantità industriali, lesbicavano tra di loro, insomma è proprio il caso di dirlo, è come se avessero avuto stampigliato sulle loro magliette “sesso, droga and rock’n’roll”. Facendola breve, ce le siamo passate una ad una, la bionda aveva una quarta di tette, fu una bella scopata, muoveva le anche divinamente, la rossa faceva dei pompini favolosi ingoiando lo sperma, alla bruna non feci tempo ad arrivarci, anche perché mi soffermai diverse volte con la rossa dagl’occhi azzurri, mi eccitava da morire. Ricordo, che in un incontro sessuale con la rossa, essendosi spinellata a dovere, siccome, era più di là, che di qua, approfittai a girarla in posizione prona per vederle e toccarle il buco del culo, non lo avevo mai fatto, aveva un culo bellissimo, sodo, perfetto, simmetrico, armonico, il buco era piccolo, quindi non dovevano essere stati in molti ad entrarci. Con il cuore in gola, iniziai a leccarle il buco del culo, sentire l’odore, mi fece quasi venire le vertigini, palpai più volte le natiche, strusciai il cazzo sopra l’orifizio, poi mi feci coraggio e provai ad avere un rapporto anale, inizialmente non riuscii, dovetti prima inserirle un dito, poi due, infine dovetti lubrificare con la mia saliva. Quando vidi la cappella del mio uccello entrare nel buco della rossa…mmmmm…mi sentii come a casa. Ci fu un fatto che mi fece andare in ebollizione e fu quella di sentirla godere con enorme gusto, a quell’età non riuscii a capire, non toccavo il clitoride, non toccavo la vagina, come faceva a godere? Ora me lo so spiegare…l’eccitazione può fare molto. Non tardai molto a venire, non mi feci nessuno scrupolo nel venirle dentro, come vorrei tornare a quel preciso istante, sentire le sette otto spruzzate di sperma dentro il culo…mmmmm.

Arrivò settembre e dovetti partire militare, un anno sprecato in tutti i sensi. L’anno dopo nello stesso periodo feci domanda di sostituzione in una banca locale e per un anno sostituii un ragazzo che anche lui assolveva il medesimo servizio. Nel corso dell’anno lavorai in tesoreria, in esattoria, e allo sportello. In tesoreria l’ufficio era composto dal capoufficio Michele, da Giorgio e 6 donne, precisamente, Vilma: bruttina e vecchiotta Maurizia: una ragazza normale, Elsa: molto carina, ma molto riservata, Franca: la mega zoccola sempre minigonnata, con tacco vertigine, scamiciata, scollata, gambe lunghe 3 km e collants velati, forse anche a dormire, Nicoletta: bruttissima, Valeria: separata, che nel corso dell’anno mi tirò il colpo più volte, ma che sviai sempre, perchè non mi piaceva, non mi attizzava, forse anche perché ero continuamente distratto da Franca. In un giorno di sciopero, fatto, che accadeva assai raramente, mi trovai in ufficio solo con Franca. Io lavorando a tempo determinato, non potevo fare sciopero e Franca non aderiva per farsi vedere bene dai dirigenti. Le scrivanie erano a coppie una di fronte all’altra, la posizione di Franca era quella di darmi la schiena ad una distanza di circa 4 metri. Non riuscii a resistere molto nel toccarmi il membro da fuori i pantaloni, guardandole le coscie, le gambe, le scarpe…sborrai così tanto che dovetti andare a pulirmi in bagno.

In banca conobbi anche Marta una ragazza della mia età che sostituiva un’impiegata in maternità, le parlavo quando ci incrociavamo alla macchinetta del caffè nella pausa di circa 10 minuti mattiniera o pomeridiana. In una di quelle occasioni mi invitò nella pausa pranzo a prendere un caffè a casa sua, i suoi genitori erano al mare. Suonai il campanello, entrai, mi fece sedere sul divano, accese lo stereo e preparò il caffè, la musica era quella degli Style Council, lenta, sdolcinata.
La guardavo con molta attenzione mentre preparava il caffè, era di schiena, potevo ammirare le sue belle gambe e il culetto che il vestito le fasciava, la cosa che mi eccitava di più erano i collant che indossava color carne.
Pronto il caffè me lo portò e si sedette vicino a me sul divano, posammo le tazzine dopo aver bevuto e mi chiese se mi piaceva quella musica, le rispondei di sì. Sedendosi sul divano, naturalmente la gonna le salì un po' in alto, lasciando ammirare una parte della coscia, mi stavo eccitando terribilmente, sentivo il cazzo ingrossarsi enormemente nei jeans. Capì che questa situazione le piaceva, mi feci forza, e mi avvicinai con la bocca alla sua, cercando un bacio o una bella slinguata e nel frattempo le posai la mano un po' sulla gonna un po' sulla coscia fasciata dal nylon...mmmmm...la sua lingua nella mia bocca roteava a ritmo vertiginoso...poco dopo la mia mano andò sotto la gonna, mi avvicinai sempre di più alla zona vaginale e da sopra il collant e le mutandine iniziai a toccarla...dopo pochissimi minuti...stringendo la mia mano in mezzo alle coscie...ansimò a scatti diverse volte...insomma ebbe un orgasmo da favola. Si fece tardi e dovemmo tornare al lavoro, ricordo che le dissi...”io inizio ad andare, così trovo parcheggio più facilmente, ci vediamo al lavoro, ciao”.
Mentre scesi a piedi le scale, all'altezza di un pianerottolo, mi sbottonai, presi il cazzo in mano e nel giro di pochi secondi feci una sborrata galattica, contro il muro della scala.
Ci vedemmo diverse volte, ma voglio raccontare, la volta seguente, all'invito del caffè, precisamente quando andammo a giocare a tennis, era molto brava, dopo la doccia, entrati in macchina per accompagnarla a casa, mi disse “mi è piaciuto molto come mi hai toccata l'altro giorno, adesso voglio toccarti anchio”...come prima cosa mi fece fare una bellissima limonata, nel frattempo, toccandomi da fuori i pantaloni, quando sentì che il mio uccello non poteva stare più in gabbia, l'ho tirò fuori e iniziò a segarlo, ad un certo punto scese con la testa e con la lingua mi leccò come se fosse un gelato, ogni colpo di lingua era uno scatto di piacere, muoveva con la mano e leccava con la lingua...insomma mi fece venire a colpi di lingua...fu incredibile pompino.