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Versione completa: Le mie occasioni feticiste e non solo III PARTE
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Parte terza

Ho sempre praticato molti sport, ma mi voglio soffermare sul nuoto e sul tennis, perché in ambedue le circostanze sono entrato nello spogliatoio femminile sapendo di non incontrare nessuno, e con una velocità incredibile, portar via dalle borse, mutandine, collant, anche gambaletti usati. La curiosità di odorare i gambaletti mi ha portato a capire che ogni piede femminile ha un suo proprio odore. Questo è bellissimo.
In questo periodo mi ricordo accadde un episodio molto buffo, di fronte al nostro condominio si era sposata una giovane coppia, che dopo circa una settimana, aveva steso, allo stendi bagno, fuori dal balcone al piano terra, precisamente un reggiseno, uno slip, un reggicalze, un paio di calze tutto di color bianco e un reggiseno, uno slip, un reggicalze, un paio di calze tutto di color nero (le calze erano in seta...mmmm). Sapete dove sono andate a finire? Immaginatevelo!
I miei genitori ogni tanto, andavamo a trovare dei loro amici e portandomi con loro, scoprì che la moglie di questo amico di mio padre usava il reggicalze, perché quando si sedeva sul divano in sala, le calze si raggrinzivano e si vedeva il rilievo del gancio del reggicalze, aveva delle gambe bellissime e lunghissime tanto da farmi eccitare tantissimo. Una sera mi feci coraggio e chiesi di andare al bagno, fui molto fortunato, perché in una cesta in vimini, trovai delle calze usate color grigio fumé. Mi feci una sega galattica, odorai il bordo delle calze che sapevano tantissimo di figa e sborrai lasciando solo qualche goccia nelle calze. L'esperienza riscontrata é quella che in casa altrui, andando in bagno, nella cesta dei panni sporchi, si può trovare qualcosa di molto interessante.
L'unica volta che trovai la cesta dei panni sporchi non nel bagno, ma nello studiolo, fu quando presi alcune ripetizioni di inglese da una bella professoressa bionda. Usava molto i kilts, riuscii a rubare un collant blu ed uno bordeaux. Questa professoressa, prendeva il pullman per andare a scuola, aspettando alla fermata, mi dava il tempo, passando dal retro di un condominio di salire le scale e dalle vetrate del piano rialzato, vedendola, di segarmi varie volte, una di queste, lei indossava una minigonna grigia con collant grigi e stivali neri, giuro, feci una sborrata con il cazzo molle, vale a dire ero così eccitato che mi sono bastate 5 o 6 stantuffate con la mano ed il mio cazzo non ebbe nemmeno avuto il tempo di diventare duro che già avevo sborrato.
Le altre ripetizioni, che dovetti prendere, sono state di matematica, la professoressa non era molto bella, anzi era persino un po' cicciottella, ma aveva due grosse tette e indossava sempre una gonna sopra il ginocchio e con collant generalmente di color marrone. Questa professoressa mi si sedeva di fronte ad un tavolo molto stretto e mentre mi dava degli esercizi da svolgere, correggeva i compiti in classe dei suoi allievi, quindi molto concentrata nella correzione, mi dava la possibilità di piegare la schiena indietro, abbassare lo sguardo, riuscendo a vederle le gambe, mi toccavo il cazzo da fuori i pantaloni, feci un sacco di sborrate nelle mutande!

Un giorno, andando a trovare un mio compagno di classe, salii su un pullman di linea, c’era solo l’autista, io, e una ragazza più o meno della mia età, con giubbotto e gonna in pelle nera, calze a rete e stivali, aveva i capelli tinti di un bel rosso ramato e con degli orecchini ad anello da zingara. Mi eccitò così tanto vederla che aspettai a scendere alla sua fermata e seguendola a meno di 10 metri di distanza, imboccata una stradina secondaria, mi tirai fuori l’uccello durissimo e mi masturbai avvicinandomi alla ragazza…aveva un culo da favola…lei non si accorse di nulla…a distanza di quasi un metro…giuro…venni facendo colare tutto per terra.
In questo periodo iniziai ad avere le prime fidanzate, purtroppo, a quel tempo uscendo con una ragazza, se eri fortunato si arrivava alla masturbazione reciproca, ma non di più, solo con una certa Cristiana che ancor oggi, incrocio per la città (sempre molto distinta, sempre vestita in maniera impeccabile, sempre ancora una bella tipetta) le cose furono molto diverse.
Alle superiori nell’intervallo le ragazze stavano da una parte del corridoio ed i maschi dall’altra, ero amico con un compagno ( Ezio ), molto figo, ed ero abituato a vedere le ragazze guardare lui e mai me, Cristiana nell’intervallo incrociò il mio sguardo diverse volte e di li a poco tempo, andai a prenderla sotto casa per andare a fare una passeggiata. Davanti ad una merceria si fermò di scatto e mi disse: hai voglia di aspettarmi 10 minuti, devo comprare due cosette...naturalmente dissi di si...ero molto curioso di sapere di che cosa si trattasse...ma non ebbi il coraggio di chiederglielo...poco dopo andammo in un bar, a prendere una cioccolata, fu proprio lei, a farmi vedere gli acquisti...erano due paia di collant uno nero con delle foglie disegnate (era ottobre, classico collant autunnale) ed uno bianco ricamato...rimasi attonito per qualche secondo…rispondendole…da inebetito…eh…belli. Nella mia testa frullava un solo pensiero: forse ho incontrato la ragazza giusta a cui piace indossare i capi intimi. Ci frequentammo per vari mesi e dopo i soliti approcci, cercai di farle conoscer meglio la mia passione. Non fu per niente difficile, anzi sentivo nel suo parlare, un piacere interiore intenso se indossava della lussuosa lingerie. Per farla breve, una delle cose più belle, fu vedere il mio uccello infilato in un suo collant 15 denari, la sua bocca andare su e giù, le sue mani affusolate con le unghie smaltate di color rosso torcere lo scroto e intravede il mio sperma uscire dal taglio del glande inondando il suo collant, le sue labbra e la bocca. Riuscii anche a realizzare un altro piccolo sogno quello di sborrarle addosso sui suoi collant, alla pecorina sulle sue favolose mutandine in raso a fiori, e infilando l’uccello tra la calza nera e la sua coscia, venire vicino al gancio del reggicalze.

Devo ringraziare Ezio, per tutte le volte che mi ha fatto spiare la sorella (Lorella, veramente una gran figa), dal buco della serratura, mentre si accingeva a fare il bagno, questo, stimolò parecchie volte la mia fantasia, facendola colmare con dei piaceri incredibili.

I miei possedevano una casetta in montagna, nel periodo estivo quando il tempo si prestava, trascorrevamo i fine settimana. Mi annoiavo a morte, il paese vicino era squallido, solo le montagne offrivano una panorama piacevole. L’unica giornata che mi piacque, fu quella volta, dove aiutai a spostare dei mobili in casa di una signora di circa 60 anni, abitava li vicino, scesa al piano di sotto per prepararmi una bevanda, trovandomi nella camera da letto, aprì l’armadio, i cassetti, nel primo trovai calze in nylon da reggicalze quasi tutte grigie e solo qualcuna marrone, nel secondo guaine e bustini con ganci da reggicalze, nel terzo reggiseni di taglia grande (la signora aveva le tette grandi) e mutande. Mi misi immediatamente nelle mie mutande a contatto con il cazzo, due paia di calze grigie, mi eccitava molto il colore e poi erano molto trasparenti, 10 o 15 denari e un reggiseno bianco. Finito il lavoro, la signora mi chiese ancora, se potevo fissare con un gancio robusto un quadro con raffigurata una madonna, che le piaceva molto, le dissi: domani mi procuro il trapano e un tassello e ci vediamo nel pomeriggio. Trafficavo col trapano, quando la signora mi disse che sarebbe andata in giardino a curare i suoi fiori, il mio cazzo divenne durissimo, quasi da uscire di forza dalla zip dei pantaloni, aspettai qualche istante e dalla finestra la vidi chinata nell’aiuola, andai nell’armadio, aprì il secondo cassetto e prendendo un bustino color carne, mi riavvicinai alla stessa finestra, infilando il cazzo nel morbido bustino e guardando le gambe della signora, mi toccai freneticamente. Portavo sempre un fazzoletto in tasca dei pantaloni, proprio perché se avessi dovuto sborrare senza sporcare da qualche parte, lo avrei potuto fare nel fazzoletto…ero quasi li per venire, ero così eccitato che decisi di sgocciolare tutto il mio sperma nel bustino, fu favoloso.
Avevo 17 anni, non uscendo da vari mesi con nessuna ragazza, avevo voglia di godere, e facendomi forza decisi di cercare di entrare in un cinema vietato ai minori di anni 18. Il controllore mi fece passare senza chiedere un documento, wuaoo…che figo…entro in galleria e quasi immediatamente vedo una metà della sala, formata da coppie e l’altra metà, formata solo da uomini. Vado a posizionarmi dietro una coppia, lei era una mora trentenne, molto carina. Allora, non esisteva Xhamster, i cd, i dvd, le videocassette porno, quindi potete immaginare come fossi eccitato a vedere quelle scene. Tirai fuori l’uccello duro, ma lo nascosi sotto il giubbotto, poggiato sulle gambe, mentre mi godevo le sequenze del film, osservai il fervore della coppietta seduta nella fila davanti a me, che con discrezione a loro volta sotto i loro cappotti si toccavano. Col cuore in gola, il respiro affaticato, poco prima di venire spostai il giubbotto e cercando di direzionare i getti di sperma verso il basso, decisi di dedicare gli ultimi tre alla mora trentenne, sul maglione nero in lana, altezza schiena.
Questa operazione…vi giuro…lo feci per 4 o 5 volte nel corso di tutta la proiezione del film. Tornai a casa con il cazzo viola.
Fu un’altra esperienza sensazionale. Ritornai altre volte, in una di queste decisi di sedermi dalla parte dei soli uomini, all’inizio del film ero da solo, poco dopo, davanti a me, ma verso destra, si sedette un uomo di circa 50 anni, nella mia stessa fila alla mia destra lasciando un posto libero, si sedette un uomo di 30 anni circa. Feci la solita mossa del giubbotto sulle gambe, mentre l’uomo sulla destra davanti a me non facendosi nessun problema tirò fuori l’uccello dai pantaloni e si masturbò con le due dita, aveva un membro decisamente grosso. Anche alla mia destra l’omino tirò fuori l’uccello e si toccò con disinvoltura. Le scene del film erano sempre più arrapanti e nella foga, anch’io tolsi il giubbotto, così potei muovermi meglio, il trentenne si spostò di posto e si affiancò alla mia destra, poco dopo con la sua mano sinistra mi toccò la coscia, io feci finta di niente e pian piano arrivò a toccarmi il cazzo, non dissi niente. Mi stava masturbando mentre a sua volta si toccava. Nella penombra riuscivo a vedere il film, il grosso uccello di quel signore davanti a me, la mano di uno sconosciuto che mi toccava, il suo cazzo. Ero lì quasi per venire, mi tenevo a fatica, il colpo di grazia me lo diedero le schizzate di sperma del grosso membro davanti, questo mi portò a prendere in mano l’uccello del mio vicino e a stantuffarlo a dovere, era caldo, duro, quando sentii i primi scatti rallentai, poi ripresi, alla seconda serie di scatti lo vidi sborrare, in contemporanea volarono alti i miei schizzi, non mi fermai, accarezzandogli con le dita la liscia cappella, continuai fino a sentire il suo sperma caldo colare nelle mani.